Un’epoca aurea quella rinascimentale, soprattutto per l’Italia, gemma splendente in Europa; essa eccelle in ogni campo artistico ed esporta con enorme successo ogni sua arte, e non è un caso che molti dei più eccellenti compositori dell’epoca siano venuti in Italia a perfezionare gli studi in campo musicale (ma non solo), diventando a volte Maestri di Cappella o comunque importanti punti di riferimento in alcune delle più raffinate corti signorili.
È un periodo storico-artistico-musicale di grande fermento culturale, una vivace fucina di grandi idee, grandi maestri e generi diversi, in costante mutamento e perfezionamento, dalle villotte ai mottetti, dalle frizzanti chanson alle messe solenni, salmi e madrigali. Un terreno assai fertile che favorisce l’affermarsi di compositori del calibro del francese Philippe Verdelot, uno dei primi a comporre polifonie a cinque e più voci, di Orlando di Lasso, straordinario compositore franco-fiammingo, prolifico e dalla scrittura musicale assolutamente originale ed eterogenea, dei “sacri” maestri inglesi delle maestose cattedrali quali William Byrd ed il suo mentore, Thomas Tallis, del mantovano Salomone Rossi, che introduce la salmodia ebraica nel raffinato stile compositivo madrigalistico, nonché il più tardo Monteverdi, culmine dell’evoluzione del linguaggio musicale che segna il passaggio dal rinascimento al barocco.